La materia prima, polvere di marmo proveniente dalle cave di Carrara, unita alla lunga esperienza di maestri artigiani e di disegnatori altamente professionali, è ciò che rende queste creazioni artistiche (statue, piccoli animali, scacchi) uniche nel loro genere: soggetti originali e di alto livello da proporre ad appassionati e collezionisti.

Gli scacchi. Creazione artistica composta da 32 pezzi realizzati con polvere di marmo proveniente dalle cave di Carrara, invecchiati e dipinti a mano con ricchezza di particolari da sapienti maestri d'arte.

Riproducono personaggi storici, artistici e di fantasia, creando una straordinaria atmosfera che immerge i giocatori in uno scenario denso di realismo.

Gli scacchi (dal provenzale e catalano antico escac, che a sua volta discende dal persiano shāh, "re") sono un gioco di strategia che si svolge su una tavola quadrata detta scacchiera, formata da 64 caselle (o "case") di due colori alternati, sulla quale ogni giocatore dispone di 16 pezzi bianchi o neri, ("il Bianco" e "il Nero" designano i due sfidanti): un re, una donna (o "regina"), due alfieri, due cavalli, due torri e otto pedoni. Ogni casella può essere occupata da un solo pezzo che può catturare o "mangiare" il pezzo avversario, andando a occuparne la casella. Obiettivo del gioco è catturare il re avversario o comunque confinarlo in una casella da cui non possa più muoversi sottraendosi alla cattura, neanche con l'aiuto da parte di altri pezzi (scacco matto).

Nati in India intorno al VI secolo, gli scacchi giunsero in Europa verso l'anno 1000, con ogni probabilità grazie alla mediazione degli Arabi; diffusisi nell'intero continente, raggiunsero una forma pressoché moderna nel XV secolo in Italia e in Spagna ma per arrivare al regolamento completo attuale si deve attendere il XIX secolo. Successivamente, a partire dalla metà dell'Ottocento, per merito di Paul Motphy e Wilhelm Steinitz iniziarono a codificarsi i fondamenti strategici del gioco. Nel 1886 lo stesso Steinitz, dopo una sfida contro Johannes Zukertort, si proclamò primo campione del mondo.

Con l'appellativo di Repubbliche Marinare sono definite 4 città portuali italiane che a partire dal Medioevo godettero, grazie alle proprie attività marittime, di autonomia politica e di prosperità economica: Amalfi, Genova, Pisa, Venezia.

I loro stemmi sono riportati dal 1947 sulle bandiere della Marina Militare e della Marina Mercantile italiana.

Le Repubbliche Marinare furono importanti non solo per la storia della navigazione e del commercio: oltre a preziose merci altrimenti introvabili in Europa, nei loro porti arrivavano anche nuove idee artistiche e notizie su Paesi lontani; con le repubbliche marinare l'Europa rialzava nuovamente lo sguardo verso gli altri continenti.

Nonostante la rivalità commerciale che le metteva l'una contro l'altra, queste città per la loro intraprendenza, lo spirito di avventura e la capacità di risorgere dopo tempi difficili, sono sempre state considerate una grande gloria per l'Italia.

La Repubblica Pisana nacque nell'XI secolo. In questo periodo storico Pisa intensificò i propri commerci nel Mar Mediterraneo e finì per scontrarsi più volte con le navi saracene, sconfiggendole a Reggio Calabria (1005), a Bona (1034), a Palermo (1064), a Mahdia (1087), anche grazie all'alleanza con la nascente potenza del Regno di Sicilia.

All'origine Pisa era retta da un Visconte, il cui potere era limitato dal Vescovo: ma nell'XI secolo, inserendosi nelle lotte tra questi due poteri, la città, governata da un Consiglio degli Anziani, acquisì un'autonomia de facto, ufficializzata poi nel 1081 da Enrico IV di Franconia.

Nel 1016 Pisa, grazie all'alleanza con Genova, sconfisse i Saraceni, conquistò la Corsica e i giudicati sardi di Cagliari e Gallura, e acquisì il controllo del Tirreno; un secolo dopo prese le Baleari.

Contemporaneamente il suo potere economico e politico si accrebbe notevolmente coi diritti commerciali acquisiti con le Crociate, grazie ai quali poté insediare numerosi fondachi in Terrasanta.

Pisa fu fervida sostenitrice della causa ghibellina, opponendosi quindi alle guelfe Genova, Noli, Lucca e Firenze: la sua moneta, l'aquilino (moneta pisana), recò sempre il nome dell'Imperatore.

Pisa raggiunse l'apice del proprio splendore tra XII e XIII secolo, quando le sue navi controllarono il Mediterraneo occidentale e si espresse nel campo dell'arte attraverso il romanico pisano, miscellanea di elementi occidentali, orientali, islamici e classici.

La rivalità con Genova si acuì nel XIII secolo e sfociò nella battaglia navale della Meloria (1284), che segnò l'inizio del declino della potenza pisana, con la cessione a Genova della Corsica (1299) a cui si aggiunse nel 1324 - dopo la battaglia di Lucocisterna - quella della Sardegna agli Aragonesi. A differenza di Genova, Pisa doveva inoltre controllare un entroterra che vedeva nelle vicinanze le città rivali di Lucca e Firenze: questo sottrasse forze alla marineria e portò la Repubblica alla rovina.

Nel XIV secolo Pisa passò dalla realtà comunale a quella della Signoria, mantenendo la propria indipendenza e in sostanza il dominio della costa toscana, e si riappacificò con Genova. Nel 1406 però la città fu assediata da milanesi, fiorentini, genovesi e francesi e annessa alla Repubblica di Firenze. Durante la crisi di quest'ultima nelle guerre d'Italia del XVI secolo, Pisa si rivoltò contro Piero il Fatuo e nel 1494 si ricostituì come repubblica autonoma, ripristinando moneta e magistrature proprie. Nel 1509 però Firenze riuscì a riconquistarla definitivamente.

L'antico porto Pisano, ora interrato per le alluvioni dell'Arno, era situato a nord dell'attuale città di Livorno.

La vita del pisano Leonardo Fibonacci, celebre matematico, esprime bene il proficuo rapporto tra commercio, navigazione e cultura tipico delle Repubbliche marinare. Egli, tra l'altro, rielaborò e diffuse in Europa le conoscenze scientifiche arabe, tra cui la numerazione a dieci cifre, e l'uso dello zero.

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Scheda tecnica

Codice
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Dimensioni
h. cm. 7,5 ~ 9,5 (ogni pezzo è reso unico dalle piccole irregolarità di forma e colore)

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